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#NOINONSIAMOINVISIBILI! – UN “RUMORE COSTRUTTIVO” PER LA SCUOLA PARITARIA CATTOLICA – LA VOCE DEGLI STUDENTI

In concomitanza con la mobilitazione promossa, lo scorso 19 e 20 maggio, dalle due associazioni che rappresentano le scuole cattoliche in Italia, USMI e CISM, gli studenti del Liceo del nostro istituto hanno manifestato il desiderio di esprimersi in modo diretto e spontaneo in merito al tema della presenza delle Scuole Pubbliche Paritarie in Italia, a partire dall’esperienza che hanno vissuto in prima persona.

Qui di seguito pubblichiamo i contributi e le testimonianze dei nostri studenti, utili ad avere un ulteriore punto di vista sui temi al centro del dibattito scaturito negli ultimi giorni, ovvero quello della libertà della scelta educativa, del diritto di apprendere senza discriminazione, della parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria.

Le scuole paritarie non ci stanno. Non possiamo sopportare che ancora una volta il pregiudizio pubblico prevalga sulla verità. Dopo questo periodo di shock e di paura che abbiamo vissuto tutti, invece di provare a far ripartire l’Italia e la nostra economia, il Decreto Rilancio creato dal Governo non prevede un fondo monetario abbastanza cospicuo per rilanciare le scuole paritarie. Essendo delle realtà molto piccole, il sostegno dello Stato è fondamentale: se viene a mancare quest’ultimo, molte scuole rischiano di sparire, e creerebbero dei danni inimmaginabili. Il pregiudizio comune è che le scuole “private” siano più facili di quelle statali perché, pagando le rette, lo studente è aiutato. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Frequento una scuola paritaria da quando avevo tre anni, dunque sono ben 14 anni che vivo in quest’ambiente e se sono rimasta così a lungo nello stesso Istituto è perché sono veramente soddisfatta. Per dimostrare la diligenza e l’impegno della mia scuola, tengo a raccontare questo fatto recente. La nostra scuola, subito dopo aver appreso la notizia dell’inizio del lockdown, si è adoperata immediatamente per mettere in moto la didattica a distanza: in un solo giorno siamo riusciti a organizzare i gruppi online e tutto il necessario per le lezioni. Da quel giorno, ogni settimana, svolgiamo regolarmente lezione per tutte e sei le ore, senza saltarne una, quando in realtà ci sono scuole statali che riescono a fare a malapena tre ore al giorno di DaD. Questo non per screditare le scuole statali, ma per far notare che alle scuole Paritarie si lavora, forse anche di più! Aggiungerei anche il lavoro dei nostri professori, categoria di lavoratori che, seppur molto impegnata, non vede riconosciuta l’importanza che si merita: in questo periodo di emergenza hanno dovuto ampliare le loro conoscenze in ambito tecnologico e, per farci sentire meno soli, sono sempre stati pronti ad aiutarci per qualsiasi tipo di problema e ad ogni ora. Hanno un ruolo fondamentale nella vita di un adolescente in questo periodo e mantenere un rapporto costante con loro è stata una delle cose più confortanti di questa quarantena. Spesso i professori delle scuole paritarie sono considerati meno capaci di quelli che lavorano alle statali, altro pregiudizio. A questo riguardo io dovrei ringraziarli dal primo all’ultimo per tutto ciò che mi hanno insegnato non solo a livello didattico ma anche umano: la persona che sono adesso e quella che sarò in futuro è stata “plasmata” in tutto e per tutto da loro, sulla base di valori morali e sani principi. Oltre che lavorare a distanza, lavoriamo anche regolarmente quando stiamo a scuola, non voglio entrare nei tecnicismi riguardanti i programmi svolti o la quantità di compiti assegnatici, ma un esempio alla portata di tutti è che le scuole Paritarie non saltano mai un giorno di lezione per scioperare, protestare o manifestare, anche se le ingiustizie sono tante. Concludo dicendo che, vivendo in uno Stato fortunatamente democratico, bisogna dare la possibilità di ripartire a tutti! Noi alunni e professori di scuole Paritarie ci uniamo per creare questo “rumore educativo”, sperando che qualcuno ci ascolti!

Flaminia Pace

Le scuole paritarie sono spesso vittime di pregiudizi senza fondamento ma, nella maggior parte dei casi, coloro che giudicano non hanno mai fatto esperienza in questo ambiente. In primo luogo esse accolgono un numero non indifferente di studenti e abolirle implicherebbe la gestione di un numero molto più alto di alunni da parte dello Stato, con il rischio di non riuscire a contenere tutti gli studenti italiani e creare così generazioni di persone non sufficientemente istruite. Oltre a questo, il vero mito da sfatare è che in una scuola paritaria non si studi: non è assolutamente vero. Si studia normalmente e forse anche meglio di molte altre scuole statali. Questo accade perché i docenti hanno una concezione diversa degli studenti: cercano sempre di tirare fuori il massimo da ognuno e non solo a livello culturale ma anche a livello morale. I docenti non considerano noi studenti un numero, come spesso accade nella scuola pubblica, ma delle persone su cui investono e gettano le basi in vista del futuro. Personalmente ho frequentato entrambe le scuole. Ho svolto le medie in una scuola statale e sin da subito mi sono resa conto, venendo da una realtà di una scuola paritaria, di essere completamente da sola. Alcuni professori, al termine dei tre anni, non sapevano neanche quale fosse il mio nome. Inoltre non c’è mai stata una continuità nella didattica. Sono stati più gli scioperi o le assenze dei professori che i giorni di frequenza. Così io e i miei genitori abbiamo deciso di tornare nella sfera della paritaria. Ad oggi sono molto orgogliosa di questa scelta. Io frequento questa scuola cattolica da cinque anni e, non appena sono arrivata, ho notato da subito la differenza. Intanto l’approccio che hanno i professori è completamente differente, tutto ciò che fanno è in funzione della nostra crescita. E poi il rapporto è esattamente l’opposto di quello che c’era nella scuola statale. Qui i professori ti affiancano e ti esortano a dare sempre il meglio di te. Inoltre non ricordo di aver perso mai un giorno di scuola a causa di assemblee, autogestioni o scioperi. Anche in questo periodo di pandemia, il mio istituto si è attivato il giorno dopo la chiusura delle scuole e non abbiamo perso neanche un giorno di scuola; da subito abbiamo seguito l’orario regolare continuando a fare compiti in classe e interrogazioni. Non so quante scuole statali abbiano garantito questo servizio. La scuola paritaria assicura una costanza e un’armonia che non si trovano ovunque. Tutto ciò non fa altro che arricchire studenti e docenti.

Agnese Di Giovanni

Tre anni fa i miei genitori hanno deciso di farmi cambiare scuola e sono passata da una scuola statale a una paritaria. Mi ricordo ancora i pianti che feci nel lasciare l’ambiente che mi aveva accompagnato per due anni e tutte le amiche di una vita. Ad oggi non potrei essere più contenta, i miei genitori non potevano fare scelta migliore. Grazie a questo cambiamento ho potuto notare le differenze tra le due scuole e, più in generale, nella mia vita. Ho finalmente trovato un metodo di studio e sono passata da avere un pensiero superficiale riguardo a voti e scuola a un’idea di voler fare sempre meglio e di volerlo fare esclusivamente per me stessa. In questa scuola i professori seguono tutti allo stesso modo e cercano in tutti i modi di migliorare gli studenti, ma soprattutto cercano una crescita morale. La differenza sta proprio qui: nell’altra scuola ero soltanto un numero, molti professori neanche sapevano il mio nome e non c’era l’interesse di migliorarmi. Qui ho visto invece crearsi un vero e proprio rapporto umano con i professori e sicuramente l’ambiente più ristretto aiuta molto. Devo dire la verità: quando ho cambiato scuola sono stata travolta da un pregiudizio comune, pensavo che avrei studiato meno e che sarebbe stato tutto più facile, ma non è affatto così e mi sono ricreduta dopo soltanto una settimana di studio. Oggi, quando dico il nome della scuola che frequento e le persone fanno un sorrisetto come per dire “non si fa nulla in questa scuola”, mi sento offesa e infastidita e vorrei far capire che, oltre a fare molto più di altre scuole e farlo meglio, ci hanno insegnato molti altri valori importanti e per me questo è l’insegnamento più difficile che si possa dare. Sono veramente contenta di aver trascorso questi tre anni qui, ho fatto nuove amicizie, ho instaurato rapporti con molti professori, ho imparato valori non da poco, ma soprattutto ho imparato a conoscere me stessa e ho iniziato un percorso di miglioramento mettendomi spesso alla prova.

Giulietta Russo

In questi giorni vi sono alcuni conflitti tra la scuola paritaria e la scuola statale. Nella mia esperienza personale sono passato da una scuola statale ad una paritaria. Ho trascorso tutti gli anni della scuola primaria presso l’istituto Riccardo Zandonai vicino a Vigna Clara. La scuola presentava una struttura molto grande con due cortili di cemento; uno superiore ed uno inferiore. Purtroppo le condizioni igieniche erano abbastanza carenti. Durante un anno scolastico si sono rotti dei bagni e, a causa di questo, siamo rimasti per mesi con la disponibilità di un solo servizio per tutte le sette aule del piano. Conseguentemente molti di noi, tra cui il sottoscritto, abbiamo contratto un’infezione. Vi era inoltre troppa burocrazia per la gestione dei fondi destinati al miglioramento della scuola. Per tanto molte piccole riparazioni delle aule e acquisto di materiale di consumo come, carta igienica, scottex, venivano realizzati con la raccolta fondi dei genitori Ogni classe aveva tre maestri: uno per Italiano, Inglese, Storia; una per Scienze, Matematica, Geografia, Arte e Educazione fisica. Ed infine un’altra per Religione. In tutti gli anni trascorsi nella scuola statale ci sono stati molti scioperi. Questi hanno portato alla mancanza delle lezioni con ripercussioni sul piano didattico. Purtroppo sono venuto a sapere che tre anni fa la mia scuola dell’elementari è stata oggetto di atti vandalici. Quando ho iniziato le medie ero molto in ansia e mi sono ritrovato di fronte una struttura più alta ma più stretta; tuttavia gli ambienti erano e sono tutt’oggi accoglienti e puliti e i guasti vengono immediatamente riparati grazie ad una gestione meno burocratica della struttura. Inoltre nella San Giuliana Falconieri, tutt’ora la mia scuola dove frequento il secondo anno di Liceo, si deve indossare la divisa. Su quest’ultimo aspetto vi sono molte considerazioni di segno opposto. Da un lato la divisa mostra ordine, rafforza l’identità della scuola e elimina le differenze sociali, dall’altro, per alcuni, la divisa può essere fastidiosa perché nella maggior parte dei casi le persone attraverso l’abbigliamento esprimono i loro gusti, preferenze e stati emotivi. La scuola paritaria garantisce continuità nell’azione formativa limitando il cambio di professori nel corso dell’anno; infatti a mio avviso cambiare insegnante e metodo ogni anno può nuocere sul risultato complessivo dell’alunno. Ho avuto modo di apprezzare la mia scuola per l’immediato intervento riguardo alle lezioni online a causa dell’emergenza Covid-19. Mi reputo soddisfatto di aver scelto questa scuola anche per il liceo.

Filippo Marzano

Sono tornata da poco a Roma e i miei genitori mi hanno iscritto ad una scuola statale vicino casa. La struttura, sia internamente che esternamente, appariva fatiscente, ma non mi sono basata sull’aspetto esteriore, sperando in una classe allegra e socievole che mi avrebbe accolto con entusiasmo insieme ai docenti. In effetti i miei compagni sono stati fin da subito estremamente disponibili e coinvolgenti. Per quanto riguarda il corpo docente, sono stati tutti ben disposti nei miei confronti, tranne una professoressa. Sicuramente non è facile inserirsi in una classe al quarto anno, ma è ancora più difficile se trovi persone che invece di stimolare l’alunno, lo colpevolizzano per non essere al passo con le loro metodologie. Quindi, per quanto mi riguarda, nella scuola statale lo studente non viene supportato e aiutato a raggiungere gli obbiettivi richiesti. Attualmente posso dire che, trovandomi in una scuola paritaria, gli insegnanti stimolano maggiormente gli studenti a credere in se stessi e raggiungere i risultati prefissati con uno stato d’animo sereno e in un ambiente interessante. Un’ulteriore differenza è che anche l’aspetto estetico dell’edifico aiuta il ragazzo a sentirsi a proprio agio.

Ginevra Lucidi

In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, in cui i giovani hanno maggiormente bisogno di una realtà educativa, sia essa statale o paritaria, ritengo che il Governo dovrebbe attuare un decreto per evitare la chiusura futura della scuola paritaria. Si tratta di una realtà che costituisce un percorso educativo per le famiglie e i loro figli in linea con la loro storia formativa e credo religioso. In questi due mesi e mezzo ho avuto personalmente la fortuna di continuare lo svolgimento del programma scolastico con la didattica a distanza fornita dalla mia scuola paritaria. Non sono stato privato di un diritto fondamentale, che dovrebbe essere tale per ogni individuo, che è quello di potersi istruire e crescere come in ogni stato democratico. Avendo ascoltato alcuni pareri di studenti che frequentano la scuola statale, è emerso il lamentarsi di cambiare professori spesso e che questi attuano diversi modi di insegnamento; cosa che destabilizza gli studenti per appropriarsi di un buon e conosciuto metodo di studio. Concludo dicendo che, conoscendo la realtà della scuola paritaria, ritengo di aver avuto sino ad oggi una preparazione e un metodo di studio che mi aiuteranno ad affrontare l’università.

Giulio Ristori

Mi chiamo Camilla, ho 16 anni e frequento il secondo anno di liceo linguistico all’istituto Santa Giuliana Falconieri di Roma. Durante il mio percorso di studi ho frequentato diversi tipi di scuole: alle elementari ho studiato in una scuola paritaria cattolica, alle medie ho scelto una scuola statale e i primi due anni di liceo li ho trascorsi in un liceo scientifico statale. Dopo la mia bocciatura in secondo liceo, ho deciso di cambiare indirizzo e scegliere un liceo linguistico; fin dal primo momento sono stata accolta nell’istituto Falconieri in maniera impeccabile. Avevo paura di sentirmi giudicata e pensavo che non mi sarei trovata bene in una classe già formata dall’anno prima e con persone mai conosciute. A dispetto delle mie aspettative, sia i professori sia i compagni mi hanno fatto sentire parte del loro nucleo e, nel corso dell’anno scolastico, ho notato quanta serietà, impegno e passione mettono i professori nel loro lavoro. Troppo spesso le scuole paritarie sono oggetto di pregiudizi, che annullano totalmente il lavoro svolto quotidianamente dai professori, dal preside e da tutti coloro che ne fanno parte. Trovo che sia scorretto, poiché la nostra scuola, come molte altre, si trova allo stesso livello di quelle statali e ha bisogno della stessa attenzione e cura che altri istituti ricevono. Avendo sperimentato diversi metodi di insegnamento, posso confermare che non ho mai trovato un luogo come l’istituto Falconieri che mi facesse sentire accettata e amata. Nella mia scuola precedente non ho mai ricevuto così tante attenzioni, non mettevo impegno nello studio poiché non avevo stimoli e mi trovavo in una classe poco unita e non trovavo nulla di incitante nel recarmi a scuola. Grazie alla mia decisione di andare in questo istituto ho potuto capire davvero i valori dell’amicizia e della solidarietà, mi sono appassionata allo studio grazie al meticoloso lavoro dei professori e sono maturata sia scolasticamente sia mentalmente. Ho appreso che lo studio non è fatica se si ci trova in un ambiente confortevole, che non tutti i mali vengono per nuocere e che commettere errori può insegnare a maturare e a riflettere. Ho capito che il mio è un istituto in cui tutti gli studenti sono posti allo stesso livello, che i professori tengono davvero a noi e che tentano l’impossibile per riuscire a far fruttare le nostre capacità e spronarci a fare sempre meglio. Negli ultimi tre mesi, a causa della pandemia di corona virus, abbiamo svolto le lezioni tramite la didattica a distanza e ho notato un serio impegno da parte di tutto il nucleo scolastico nonostante le difficoltà in cui si è trovato improvvisamente tutto il Paese. Abbiamo svolto le lezioni online fin dal primo giorno di chiusura della scuola, i professori hanno messo davvero tutte le loro forze per creare compiti e attività sempre più stimolanti al fine di rendere la didattica a distanza più coinvolgente e, parlando con i miei compagni della scuola statale, ho notato che loro hanno perso molti giorni di lezione poiché i professori non hanno prestato la giusta attenzione nell’attuare provvedimenti con le video lezioni. Sono fiera di far parte della grande famiglia che è il mio istituto, in conclusione spero che con la conoscenza di tutto ciò che c’è dietro ad un semplice aggettivo “paritario”, le persone piene di giudizi infondati capiscano che gli istituti paritari si trovano allo stesso livello di quelli statali, e che spesso non riceviamo la giusta attenzione da parte dello Stato poiché siamo oggetto di cattive voci che non rendono, agli occhi di chi è poco informato, le scuole paritarie un luogo sano e piacevole.

Camilla Sette

La mia carriera scolastica è iniziata con la frequentazione della scuola materna nell’Istituto Paritario Villa Flaminia, una scuola che mi ha formato sotto l’aspetto disciplinare, mentale e didattico. Quando ero più piccolo sentivo molto la mancanza dei miei genitori, tanto che, una volta arrivato nell’Istituto, mi affacciavo alla finestra piangendo e guardando mia madre che andava in ufficio. Per fortuna ho trovato delle maestre e dei maestri meravigliosi che mi hanno insegnato, seppure fossi ancora un bambino, ad essere responsabile, a conoscere interiormente i miei compagni e ad interagire con i docenti. Mi sono trovato veramente benissimo con quei maestri, che, notando un potenziale nella mia classe, ci insegnarono addirittura a leggere e a scrivere fin dalla tenera età. Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare è stato notevole poiché iniziavano i primi veri compiti a casa e i primi voti sul registro di classe. Onestamente trovo a tutt’oggi la scuola elementare il periodo più decisivo per la formazione di una persona: se ricevi un buon insegnamento durante la scuola elementare sei già un passo avanti rispetto agli altri, e per fortuna per me così è stato. Ho avuto una Maestra veramente brava e simpatica con cui ho trascorso cinque anni meravigliosi e con cui addirittura ancora oggi sono in contatto. Il momento probabilmente più difficile della mia carriera scolastica l’ho incontrato con il passaggio dalla scuola elementare alla scuola media, poiché per la prima volta mi sono trovato, non solo a dover cambiare scuola, intesa come nuovo edificio, nuovi compagni, nuove regole, ma anche a cambiare il modo di “riconoscere” i docenti: professori a cui si doveva dare del “lei”. Nell’Istituto Paritario Santa Giuliana Falconieri ho conosciuto persone meravigliose. Durante la scuola media ho avuto la classe migliore che si potesse avere: eravamo compagni uniti, ognuno pronto ad aiutare l’altro in caso di difficoltà ed i Professori erano compiaciuti del nostro atteggiamento, oltre che soddisfatti del lavoro svolto insieme a noi. Sono stati tre anni straordinari, al termine dei quali ho deciso di voler continuare il mio percorso nello stesso Istituto. In questo momento frequento il secondo anno della scuola secondaria di secondo grado, il quale ahimé sta volgendo al termine. Dopo due anni posso forse dire di aver capito come funzionano le cose al liceo: i professori sono probabilmente i migliori che mi potessero capitare, la maggior parte dei compagni fortunatamente sono coloro con cui ho condiviso anche la scuola media e il metodo di insegnamento è impeccabile. In questi due anni sono cambiato molto, grazie all’insegnamento dei professori e all’aiuto dei miei compagni. Mi sono fatto un’idea di quello che significherà affrontare il mondo al di fuori delle mura scolastiche, si è sviluppata la mia personalità e ho appreso una moltitudine di argomenti per lo più interessanti. Con tredici anni di scuola paritaria alle spalle posso dire di essere pienamente soddisfatto del mio percorso e spero, nel corso dei prossimi anni, di migliorarmi ancora di più. Non vorrei sembrare arrogante o presuntuoso, ma credo che in pochi abbiano avuto la fortuna di aver seguito e di seguire il mio stesso percorso scolastico.

Edoardo Minozzi

Se dovessi descrivere il mio percorso scolastico con le scuole paritarie con una sola parola, sceglierei “fratellanza”. Ho iniziato quando ero ben più piccolo con i frère all’istituto Villa Flaminia, dove gli ideali della fides et scientia ci sono stati trasmessi sin da piccoli. Ci è stato insegnato il valore dell’unione, come valorizzare l’amore verso Dio e verso il nostro prossimo che noi chiamavamo fratello, ideali che tutt’ora persistono nella nostra vita. Dopo aver compiuto il ciclo della materna e quello della primaria, ho deciso di passare ad un’altra scuola paritaria cattolica, l’istituto Santa Giuliana Falconieri, retto dalle Suore Mantellate Serve di Maria. In questo ciclo scolastico, ovvero la secondaria di primo grado, ho scoperto la passione per lo studio, la conoscenza, il desiderio di non limitarsi, bensì di non smettere mai di imparare; tutto questo grazie ai docenti che si servono di metodi spesso molto innovativi, come per esempio l’introduzione dell’ipad come strumento didattico. Durante questo ciclo poi, la nostra scuola, essendo una scuola cattolica, ha partecipato, insieme alla comunità di Sant’Egidio, a programmi volti a visitare alcuni anziani a Labaro che avevano un cuore molto grande, avevano solo bisogno di qualcuno che lo ravvivasse. Compiuto questo ciclo, ho iniziato il liceo sempre nella stessa scuola e ancora adesso che frequento il II liceo, non smetto mai di essere contento per aver scelto questa scuola. Queste mie esperienze con le scuole paritarie vogliono mandare un messaggio ben chiaro: Noi siamo come tutti, siamo studenti uguali agli altri; non siamo privilegiati né ricchi, né le nostre scuole possono vivere solo di rette annuali poiché abbiamo bisogno e diritto a dei sussidi da parte dello Stato in quanto parificate alle altre. Lo stato deve capire che continuando questa indifferenza nei confronti delle scuole paritarie, particolarmente quelle cattoliche, finirà col danneggiare intere generazioni che non potranno accedere all’istruzione per via del sovraffollamento delle scuole. Allora mi appello per chiedere: “vale veramente la pena chiudere tutte le scuole paritarie oppure no”. Ai posteri l’ardua sentenza.

Edoardo Michetti

Spesso si sentono molte voci sulle scuole paritarie, su come secondo molti siano più semplici solo perché si pensa che, pagando, sia come se gli alunni comprassero la loro istruzione, ma non è assolutamente così, questi sono solo dei preconcetti senza alcun fondamento. Personalmente io frequento la scuola paritaria dalla prima elementare e ora a breve mi diplomerò esattamente nell’istituto dove ho iniziato i miei studi; è quindi da quando ho 5 anni che ho cominciato a far parte di quella che a me piace chiamare una famiglia. Spesso le scuole paritarie sono istituti più piccoli di molte scuola statali, si crea un’ambiente familiare, ci si conosce e ci si confronta, si cresce insieme. Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che nella scuola paritaria nulla è garantito e niente viene regalato, si studia esattamente come in tutte le altre scuole, certo si è più seguiti ma questo non significa essere agevolati o che un’insufficienza venga trasformata magicamente in un 10 solo perché si paga una retta, anche se purtroppo questa è l’idea di molti. In questa difficile situazione di lockdown la mia scuola ha subito cercato delle piattaforme online per far sì che riuscissimo a finire il programma e che soprattutto noi dell’ultimo anno riuscissimo ad affrontare l’esame di Maturità nel migliore dei modi. Ogni giorno abbiamo svolto circa 6 ore di lezione, questo ovviamente non per fare paragoni ma per far capire a chi vive con dei pregiudizi che noi abbiamo lavorato come tutti; a noi del quinto anno è stata anche offerta la possibilità di lavorare durante il pomeriggio per comprendere nel migliore dei modi lo svolgimento dell’esame. Tutti i professori hanno lavorato per noi rendendosi disponibili ad ogni ora del giorno e ormai, quasi vicina al giorno dell’esame, posso essere orgogliosa del lavoro svolto non solo nell’ultimo periodo, ma in questi 13 anni trascorsi in questa scuola grazie alla quale ho ricevuto basi solide per affrontare un esame, un’interrogazione o anche un semplice compito in classe. Spero davvero che tutti coloro che hanno questi pregiudizi sugli istituti paritari si ricredano e capiscano che frequentare questo tipo di scuola non è garanzia di promozione anzi, lavoriamo tutti esattamente come gli altri. Mi auguro che questo messaggio arrivi a tutti perché non vorrei né potrei mai pensare che la scuola che ho frequentato nella mia infanzia e nella mia adolescenza possa essere eliminata solo per dei pregiudizi.

Claudia Calza

L’art. 33 della nostra Costituzione prevede che all’istruzione e all’educazione possono provvedere sia le scuole statali, sia le scuole paritarie, precisando che agli alunni delle scuole paritarie deve essere assicurato un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali. Lo Stato tuttavia riconosce a questa categoria di scuola scarsi finanziamenti. Io capisco bene che non tutte le famiglie possono permettersi di pagare le rette delle scuole paritarie e che quindi è importante che esistano le scuole statali per garantire a tutti il diritto all’istruzione, ma penso che anche le scuole paritarie svolgano una funzione importate per lo Stato, perché accolgono un numero considerevole di alunni che alleggerisce molto l’organizzazione scolastica statale. Per favorire le iscrizioni, le scuole paritarie normalmente sono in grado da offrire agli alunni e alle loro famiglie alcuni vantaggi che le scuole statali non possono dare come, ad esempio, strutture pulite e ben curate, orari più lunghi per venire incontro alle esigenze dei genitori che lavorano, classi formate da pochi alunni molto seguiti. Io personalmente non sono in grado di fare un confronto tra la scuola statale e paritaria, perché dal primo anno dell’asilo ho frequentato sempre quest’ultima tipologia di scuola, ma mi capita spesso di parlare con amici che frequentano le scuole statali e ho capito che la qualità di una scuola non dipende semplicemente dal fatto che sia statale o paritaria. Non tutte le scuole statali sono serie, nel senso di preparare gli studenti ad affrontare l’università, e non tutte le scuole paritarie sono poco serie, nel senso che promuovono tutti gli alunni anche quelli che studiano poco. Né può dirsi che i professori migliori sono solo nelle scuole statali, perché ve ne sono anche molti che non lo sono e tantissimi professori molto validi si possono trovare nella scuola paritaria. Io penso che la nostra scuola sia un esempio in cui gli insegnanti sono molto bravi e molto disponibili con gli studenti, ma anche molto esigenti. Proprio perché non siamo tanti, siamo continuamente sotto verifica e non ricordo un giorno che, eccetto i primi giorni di scuola, non ci abbiano assegnato compiti. Anche in questo periodo dell’epidemia, la nostra scuola in tempi rapidissimi è stata in grado di organizzarsi per fare in modo che tutto continuasse come sempre, i professori hanno fatto lezione rispettando l’orario normale, abbiamo fatto i compiti in classe e siamo stati interrogati sin da subito. Io ringrazio tutti per questo, è stato davvero importante per superare questi mesi difficili in isolamento. In conclusione, io penso che sia giusto lasciare libere le persone di decidere che tipo di scuola frequentare se statale o paritaria, sulla base di quello che per loro è più importante. Lo Stato dovrebbe trovare il modo di aiutare le scuole paritarie a sopravvivere, soprattutto dopo questa crisi economica che ha colpito tutte le attività private.

Gaia Annunziata

Durante questo periodo di malessere generale che purtroppo ancora permane in ognuno di noi, il Governo decide di emanare un Decreto Rilancio a sostegno delle scuole paritarie con un fondo di 70 milioni, insufficiente a ricoprire tutte le rette, rischiando di farle scomparire e finanziando solo fino ai 16 anni al contrario delle statali che vengono sostenute fino al 5 anno. Attraverso questo Decreto, si deduce ancora la forte disparità che la dice lunga su pregiudizi ideologici che ancora esistono. Si pensa che, attraverso la scuola paritaria, si scelga la via più facile, pagando una retta e ottenendo facilmente votazioni senza un minimo impegno. In realtà, scegliendo la scuola paritaria, si preferisce un ambiente più protetto in cui i professori prestano maggiore attenzione all’alunno e cercano di aiutarlo e motivarlo a seguire un percorso formativo degno di chiamarsi cosi. Io fino alle scuole medie ho sempre scelto le statali e, personalmente, mi sono trovata bene allo stesso modo che in una scuola paritaria ed ovviamente tutte e due le scelte hanno dei punti sia a sfavore che a favore. Appena si è presentata la situazione del lockdown, la nostra scuola ha adoperato all’istante, in modo che ci abituassimo subito alla DAD, svolgendo 6 ore complete a differenza di alcune scuole statali che a malapena raggiungono le 3 ore settimanali. Credo si debba eliminare questo stereotipo di ‘scuola paritaria’ intesa in senso negativo e non fare di tutta l’erba un fascio. Si spera che qualcuno ci ascolti e che i pregiudizi di persone con una mentalità ristretta non influenzino le scelte normative!

Francesca Guzzo

Ricordo che all’inizio dell’anno, quando comunicai ai professori della scuola statale la decisione di cambiare istituto e di frequentare una scuola paritaria, la mia professoressa di inglese con un tono seccato mi disse che i miei studi avrebbero perso di qualità, così come molte persone insistevano sul fatto che la scuola paritaria fosse la via più semplice. Capita frequentemente di sentire questi pregiudizi riguardo le scuole paritarie, che vengono viste come istituti facilitati, in cui sia possibile studiare di meno. I motivi del mio cambiamento sono stati vari, ma tra questi, il principale era quello che mi infastidiva il fatto di dover stare tante ore in classe perdendo tempo, poiché accadeva spesso che alcuni professori fossero assenti per lunghi periodi ed altri non sapendo mantenere la disciplina, esausti, non riuscivano a condurre una lezione. In questa scuola (Istituto Santa Giuliana Falconieri) vige senza alcun dubbio una disciplina più severa perciò i professori riescono a svolgere le loro lezioni con meno confusione. Essendo il numero delle classi più contenuto, vi è più attenzione verso ogni singolo alunno. Si può considerare una scuola più seria sotto ogni aspetto e la dimostrazione è giunta in questo periodo di emergenza, in cui i vari docenti si sono impegnati a provvedere, sin dal giorno seguente della chiusura, affinché gli alunni svolgessero tutte le lezioni, mentre in molte scuole il sistema online, oltre ad essere partito con grande ritardo, consiste di un paio di ore di lezioni al giorno. Questa è la mia esperienza personale, ritengo che nessuna scuola debba essere giudicata o penalizzata in base ad un luogo comune, ma in base alla propria serietà nello svolgere il proprio dovere.

Isabella Perrella

Tutt’oggi ancora molte persone pensano che la scuola paritaria sia una via di scampo per chi proviene da quella statale. Ogni anno la maggior parte degli studenti protesta reclamando che la scuola statale, nel nostro Paese, sia carente e di conseguenza che lo Stato finanzi sempre più quelle paritarie. Tuttavia la stessa legge afferma che ambedue le scuole sono poste sullo stesso piano; io credo dunque che il vero problema di questo diciamo “falso mito”, sia la disinformazione che accomuna la maggior parte delle persone che affrontano questo argomento. Quasi sicuramente vi sono scuole paritarie più facili, ma l’Istituto che io frequento non fa assolutamente parte di quelle. Io vengo da una scuola statale dove ho studiato fino al terzo anno di liceo; la mia decisione di fare questo passaggio non è stata assolutamente legata a necessità di trovare una via facilitata, anzi, il problema principale che mi ha portato a voler fare questo cambiamento è invece stato la necessità di essere ascoltata qualora avessi dovuto provare qualche disagio, divergenza con i compagni, o magari semplicemente per poter esporre un mio pensiero. Tutto questo nella scuola che frequentavo non era possibile, gli studenti non venivano ascoltati, o, le poche volte che accadeva, i problemi venendo considerati meno importanti di altri e venivano archiviati e dimenticati. Questo cambiamento sotto molteplici punti di vista mi ha aiutato tanto, non solamente a comprendere che in questo istituto non sono più un numero ma una persona come le altre, ma anche a capire che, qualora dovessi avere un problema, non mi sentirei assolutamente a disagio a parlarne con i docenti, perché so che sono professori comprensivi e dove possono venirci in contro lo fanno, ma mi ha anche permesso di vedere come durante le spiegazioni in classe sia tutto differente: i professori spiegano e gli studenti sono in silenzio, c’è, com’è giusto che sia, un rispetto reciproco nel rapporto tra studente e professore. Appena iniziata la nuova esperienza temevo che sarebbe stato un po’ complesso abituarmi o anche solo ambientarmi tra i compagni, ma non è stato affatto così: io per prima mi sono sorpresa di ciò, mi sentivo parte integrante della classe dopo solamente una giornata. Ho imparato a mettere alla prova le mie abilità, questo cambiamento per me è stato veramente un’opportunità magnifica. Spero che questa disinformazione sull’argomento possa prima o poi cessare, poiché i diritti e i doveri degli studenti sono gli stessi, e nessuno ti propone una via facilitata per passare l’anno, bensì ti formano nel modo più adeguato per poi permettere a te stesso di passarlo senza difficoltà. In conclusione mi auguro che le persone che esprimono questi giudizi non fondati, possano prima o poi comprendere che non sono veritieri su tutte le scuole paritarie di questo Paese.

Fiona Wayaffe

In questi giorni di pandemia da Covid-19 vi è anche una profonda crisi economica in Italia e in tutto il mondo. Nel nostro paese sono stati presi molti provvedimenti per aiutare l’economia, le famiglie, le imprese e i commercianti ma in Italia nessun provvedimento governativo è stato preso a favore delle scuole paritarie. Non avendo molti fondi per andare avanti, molte scuole paritarie hanno deciso di chiudere e questo porta a non avere la libertà di scelta prevista dalla legge. Nel mio caso specifico ho sempre frequentato scuole paritarie cattoliche sin da quando ne ho memoria. Da quelle scuole ho appreso tutto quello che so, sempre accompagnato dai profondi valori religiosi che sono ormai radicati dentro di me e che rappresentano la mia cultura e le mie tradizioni. Da che ho memoria ho sempre iniziato la scuola con una messa insieme ai miei compagni, ai miei insegnanti e alla mia famiglia e così anche a Natale, Pasqua e fine a anno. Ho sempre avuto buoni rapporti con le mie maestre prima e con i miei professori dopo, che non mi hanno mai considerato solo un numero ma una persona da coltivare e far crescere. Questa è stata la mia esperienza nella scuola paritaria e mi auguro di poter continuare i miei ultimi tre anni nella mia scuola e un domani avere la possibilità di poter scegliere per i miei figli.

Matteo Barbiroli

Frequentare una scuola paritaria non significa avere un percorso totalmente in discesa senza impegnarsi, come comunemente si crede. Gli sforzi sono gli stessi impiegati frequentando scuole pubbliche, ciò che cambia è la considerazione che i professori hanno di un alunno. I professori ricordano tutti i nomi dei propri alunni e conoscono durante il percorso scolastico i caratteri di ognuno, cercando di creare una connessione e migliorarli, facendo emergere attitudini particolari. 

Alessandra Marchetti

Al giorno d’oggi, si parla molto della differenza che intercorre tra scuole pubbliche statali e scuole pubbliche paritarie. Su questa contrapposizione sono basati moltissimi pregiudizi che vanno a svalutare quest’ultime, evidenziando una maggiore semplicità nel percorso formativo. Personalmente, ho avuto la fortuna di sperimentare entrambi i tipi di scuola, partendo appunto da una scuola pubblica statale. Durante lo svolgimento del terzo anno di liceo sono stato obbligato a cambiare scuola, in quanto il progetto atleta studente non veniva messo in pratica, pertanto non riuscivo a conciliare sport e studio. Approdato nel mondo del tutto nuovo della scuola paritaria, sono rimasto interdetto per il rapporto che gli altri ragazzi avevano con i professori. Sono rimasto molto colpito non tanto per la confidenza che intercorresse tra loro, bensì per il rispetto che i ragazzi portassero nei confronti dei professori nonostante questo rapporto confidenziale. Non ho riscontrato alcuna differenza nella mole di studio assegnato ai ragazzi in entrambe le scuole e tantomeno nel livello di preparazione dei professori. Concludendo, posso affermare che sia una scuola pubblica statale sia una scuola pubblica paritaria siano ottime scuole con l’unica differenza che nella seconda i ragazzi possano trovare maggiori spunti di riflessione, che li porteranno alla crescita intellettuale, attraverso il dialogo con i professori.

Alessandro Conversi

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