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Dietro le parole del contagio

Analogamente agli studenti della nostra comunità scolastica, anche i docenti si sono interrogati sui propri vissuti personali, riletti alla luce dell’emergenza sanitaria tuttora in corso, capace di incidere così profondamente sugli stili di vita di ciascuno.

Qui di seguito pubblichiamo alcune riflessioni, redatte dai docenti dell’istituto declinando, nelle diverse discipline di riferimento, le sensazioni scaturite dal contesto che ha caratterizzato le ultime settimane. Una occasione in più per capire ancora una volta quanto il sapere possa illuminare il presente, offrendo nuove chiavi di lettura.

Il primo contributo è un filmato a cura del prof. Michele Brescia, docente di Storia dell’Arte del Liceo, indirizzo moderno: una lettura critica di un celebre affresco di Raffaello, preso in esame per riflettere sul digiuno eucaristico imposto dalla emergenza sanitaria.

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Il secondo contributo è a cura della prof. ssa Adriana Chirizzi, insegnante di Cultura Religiosa del nostro Liceo. Nella lettera, indirizzata ai suoi studenti lo scorso 9 marzo, la docente lasciava intravedere le potenzialità nascoste nella situazione emergenziale che si andava delineando: un momento propizio per stimolare la creatività e crescere nella reciproca solidarietà. Pubblichiamo qui di seguito il testo della lettera.

Carissimi ragazzi in questi giorni siete chiamati ad essere non testimoni, ma protagonisti di un momento storico imprevisto e imprevedibile. A voi che spesso siete insofferenti di una normalità scontata, di una routine che non può appagare il vostro desiderio di vivere in modo più stimolante, si offre l’occasione di dimostrare che ne siete capaci. Come avrete capito dalle notizie e dai fatti che stiamo vivendo, siamo in giorni di emergenze, in cui dobbiamo cercare di mantenere – con i mezzi e gli strumenti a nostra disposizione, con conoscenze e la capacità sempre da migliorare – un legame con l’ordinato svolgimento del vivere quotidiano e dei nostri compiti e doveri. Mi aspetto da voi che non vi limitiate a farvi scivolare addosso tutto questo come una occasione di “vacanza” né che cadiate nel trabocchetto di abbandonarvi a una paura irrazionale e  ingestibile, ma che vi sentiate  – come noi insegnanti e come tutto il sistema scolastico – impegnati in una sfida imprevista che ci impone di cominciare ad usare risorse tecniche, intellettuali e di comportamento, nuove;  per dimostrare che siamo capaci di reagire ad una tale sfida con ingegnosità, intelligenza e tenacia. Spero che questa situazione, invece di essere percepita come un ostacolo troppo grande, vi induca a mettere in moto la vostra intelligenza, furbizia e autonomia, per collaborare, trovando strategie e metodi di lavoro e studio da condividere. Avete, in fondo, una occasione unica: l’occasione di dimostrare che siete capaci di inventare e sperimentare modi diversi dalla tradizionale dinamica scolastica per accrescere le vostre conoscenze; come pure di dimostrarvi solidali con i compagni, condividendo e elaborando con loro le vostre intuizioni e azioni, facendo gruppo non più per sfidare l’autorità con comportamenti giocosi e divergenti, ma per superare questo nuovo e imprevisto tempo di difficoltà comuni. Certa che, potendo eliminare ogni retorica scolastica in questa occasione, saprete rispondere in modo originale e intelligente alla ricerca – per quanto improvvisata e nuova – degli insegnanti per mantenere una relazione che è sempre rivolta alla ricerca della vostra crescita culturale e personale. Aspetto quindi anche da voi suggerimenti su metodi e sistemi che potremmo adottare su questa strada, per continuare ad interagire. Mi dispiace soltanto che forse vi sentirete a disagio non potendo chiedere di andare al bagno ogni due per tre, ma consolatevi al pensiero che io non potrei comunque impedirvelo…Aspetto i vostri suggerimenti e quant’altro nella mia email.

La vostra insegnante di cultura religiosa